Decidiamo di andare a farci un giro in centro con tappa ambasciata: è bene sapere dove è.
In realtà, dopo il week end di paranoia, avevo voglia di vita normale (? cosa vuole dire?) e di comperare le copertine per il divano.
Ci cacciamo sul matatu un po' in ritardo fiduciosi in un traffico non terribile.
Siamo equipaggiati con fascia, perche' la piccola in mezzo agli altri deve stare appiccicata come una cozza.
Il viaggio è impegnativo perche' il traffico è troppo un incubo.
Uff mi sembra di essere sula cantonale... Che incubo.
L'ambasciata chiude alle 12.30 e vorremmo arrivare in tempo.
Ci registrano alle 12.28.
Davanti a noi compare la cartina dell'Italia, che mostra a Stella, tutta fiera: c'e' anche Gallarate e si vede il Duomo di Milano..
Ora siamo degli italiani all'estero.
E da bravi emigrati cerchiamo cibo italiano.
Un ingegnere che sta costruendo un acquedotto nel nord per il governo italiano ci suggerisce l'osteria.
Beh la piccola vine quindi iniziata ad un ambientino pseudo italiano.
A me ricorda i ristorantini del mare, la scelta dei vini non è male (da tenere in considerazione) e ci portano la bruschetta....
UUU che goduria.
Poi c'e' anche la pasta al gorgonzola...(lei se la pappa tutta, bene, ed un altra è andata!)
Riesce pure ad infilzare le penne con la forchetta!
Passiamo per quartieri di Nairobi mai visti.
Che natura splendida, alberi altissimi, parchi immensi, fiori dai colori vivi, ma tanto traffico.
Terra rossa che si appiccica alla scarpe, il cielo dell'equatore con nuvole grigie e potenti tra cui risplende il verde piu' verde che ho mai visto (beh il mio prato è bello uguale anche il se il verde è diverso).
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